INNOVAZIONE SOCIALE: MODELLI VIRTUOSI
02.05.13, Simona Sità
Dall’analisi delle buone pratiche internazionali emerge che l’innovazione sociale non è rappresentata esclusivamente dalla tecnologia.
Un esempio virtuoso è il modello di innovazione sociale proposto nella Città Svedese di Malmo, che supera l’aspetto prettamente tecnologico per concentrarsi invece sulle relazioni umane e sulla comunità della rete, virtuale e reale, occupandosi di categorie che spesso non esercitano un ruolo attivo nei processi innovativi, come immigrati, anziani o giovani delle aree emarginate. Le nuove tecnologie sono strumenti necessari a promuovere la crescita “civica” del cittadino ma non sufficienti a risolvere i problemi sociali della vita quotidiana.
Il modello della Città Svedese considera la tecnologia come uno strumento a disposizione della rete dei cittadini: è la complementarietà tra la parte tecnologica e la parte umana a innescare l’Innovazione sociale. Un altro esempio che mette in risalto il cittadino e non la tecnologia è il modello “Cityzentrism” sviluppato in Spagna, che considera “i cittadini come la spina dorsale dello spazio urbano”.
Lo spazio urbano, secondo Sànchez Chillón, urbanista e ricercatore sul fenomeno Smart City, deve essere ripensato attraverso soluzioni originali proposte dalla cittadinanza. Anche in questo modello la tecnologia è al servizio del cittadino, per stimolare o aumentare il senso civico e raccogliere le idee creative provenienti dalle comunità. I due modelli citati seppur diversi per lo scopo che intendono raggiungere utilizzano la stessa metodologia: coinvolgere attivamente il cittadino. Il progetto innovativo meramente tecnologico, non condiviso con colui che vive la città, è condannato al fallimento. Un altro aspetto rilevante delle esperienze internazionali ci viene fornito dal riuso degli spazi pubblici inutilizzati per soddisfare i bisogni della collettività e ridisegnare lo spazio pubblico secondo le esigenze della collettività.
Un esempio virtuoso è rappresentato da una campagna Londines “Kent”, nella quale è stata creatala la Why Community Farm necessaria per evitare la costruzione di un edificio destinato a un campus aziendale. La collettività, per evitare la cementificazione del territorio ha creato un villaggio di circa 2.000 abitanti di cui circa 1200 fanno parte della “Why Community Farm”, ovvero una sorta di cooperativa agricola in cui tutti i membri si sono trasformati in agricoltori ed allevatori con un unico obiettivo comune: tornare ad una agricoltura tradizionale, produrre cibo locale e rendersi energeticamente autosufficienti. Anche in questo caso la centralità del processo innovativo è rappresentata dall’individuo che sceglie di modificare i propri stili di vita per evitare gli sprechi e tutelare le risorse ambientali.
Dalle esperienze nazionali e internazionali emerge che l’innovazione sociale non rappresenta un nuovo modello di business ma un nuovo processo necessario, data la scarsità di risorse economiche, per soddisfare i bisogni dell’individuo e della collettività.