IL SOGNO FARM CULTURAL PARK
20.02.14,
Rende, Febbraio 2013, dopo un lungo periodo di ricerca fu stilato il primo rapporto delle buone pratiche di Innovazione Sociale dell'Associazione. Un lavoro durato mesi, nel quale sono contenute le esperienze di persone semplici che hanno fatto qualcosa di eccezionale, cioè hanno riscoperto il valore della "collaborazione" e con idee innovative hanno cambiato la loro porzione di mondo. Il rapporto fu fatto circolare tra i partner del progetto e giunse nelle mani di Giancarlo Sciascia (Fondazione Ahref), che si innamorò dell'esperienza di Farm Cultural Park al punto che decise di incontrarli.
Dopo quasi un anno di distanza dal rapporto vengo a sapere che sarà organizzata a Favara una due giorni per discutere il futuro di Farm e alla quale è stato invitato anche Giancarlo di Ahref.
Il mio primo pensiero è di scrivere a Florinda. Vorrei partecipare! E qui si apre un mondo! La risposta è: "Si, con piacere! Vuoi presentare qualcosa?"
Subito parlo con i ragazzi di Aniti e via con le scartoffie: Missione, Viaggio, Destinazione, Note. Simona mi ricorda: "Mi raccomando le ricevute!"
Bene ora non resta che preparare la valigia: un cd da viaggio che mi tenga compagnia in macchina e il pc compagno ormai di mille avventure.
Dimenticavo due libri ad accompagnarmi: Il Cammino di Comunità di Adriano Olivetti e Lo Zen e l'arte della Manutenzione della Motocicletta di Robert M. Pirsig.
Si parte ore 11.30 del 6 Febbraio: Destinazione Favara! Navigatore impostato e Cd inserito!
Il viaggio scorre veloce quando passo dallo Svincolo di Rosarno penso subito ai Ragazzi di A Di Città e al Bando "Che Fare?". Chissà se ci riusciremo. Io sto andando dai concorrenti di Farm, ma ho imparato che con l'innovazione Sociale la competizione non ci azzecca molto. Sicuro troverò stimoli e collaborazioni interessanti anche per il nostro progetto.
La strada scorre, i paesaggi mutano, sembra un attimo e di fronte si apre lo spicchio di mare che separa la Sicilia dalla Calabria. Durante la traversata riesco a leggere qualche pagina dello Zen e mi rimangono impresse queste parole: " ...un buon meccanico deve tenerci!" .
Inizia così l'avventura in terra sicula. Prima la città dello stretto con il suo traffico disordinato, poi l'autostrada che si arrampica sino a Catania e improvvisamente ho di fronte l'Etna innevato. Uno spettacolo!
Superato il traffico Catanese mi ritrovo in un paesaggio diverso, ma molto simile alla Calabria. Favara mi si presenta con una serie di case non finite, traffico e tante macchine. Il navigatore mi fa superare tutto questo e mi fa salire verso il centro storico. Parcheggio l'auto e cerco i 7 cortili. Chiedo ai passanti. Sono tutte persone anziane. Tutti sono gentili e mi accompagnano per un pezzo di strada: "è una cosa bella! La dovete vedere!"
Dopo una piccola stradina in salita, sulla sinistra, mi trovo i 7 cortili. Non appena entri il contrasto tra quanto hai visto prima e l'interno dei 7 cortili è molto forte. Sembra quasi di entrare in un sogno, un piccolo villaggio che ricorda paesaggi greci, ma pieno di istallazioni artistiche. La lumaca che si arrampica sui muri, pareti affrescate.
Vedo subito Giancarlo Sciascia che mi presenta Andrea Bartoli. L'accoglienza è calorosissima. Io, un intruso, che si sente immediatamente come a casa. La frenesia del sogno si sente subito. Appena arrivato iniziano i lavori. Prendo il pc e mi metto all'angolino ad ascoltare Andrea Bartoli che illustra come si svolgerà la giornata. Piano pian alla spicciolata arrivano tutti i ragazzi del gruppo. Si parla del Futuro di Farm. Andrea detta i tempi come un buon direttore d'orchestra, l'ensemble risponde armoniosamente e ogni singolo elemento seppure con la voce distinta suona per rendere la melodia sempre più coinvolgente. L'atmosfera che si respira è magica. Le persone hanno un entusiasmo e una voglia di far parte del sogno di Farm che è impressionante. Gli occhi brillano e il gruppo è così coinvolgente che intervengo anche io. Il noi, è così forte che non riesci ad esser osservatore esterno e non farti coinvolgere. Mi torna in mente lo Zen è il meccanico che deve tenerci, beh ognuno dei componenti di Farm è un buon meccanico che ci tiene. La qualità dei loro progetti e pari alla loro voglia di sognare. Si fa l'ora di pranzo e ci spostiamo nei giardini della Farm per un pranzo siciliano servito in un vassoio a forma di cassetta! Piccola innovazione o ritorno al passato?
In ogni caso il pranzo diviene una buona occasione per conoscersi. Finalmente conosco Florinda di persona. Parlo con Rita, Gianni, Mariangela, Peppe, Alessia, Roberto e Martina di ExFadda e con la grande Cristina che riprende tutto per la Rai. Il pomeriggio inizia con un piccolo tour del centro storico di Favara e delle case in via di Restauro per ampliare la Farm.
Giungiamo a palazzo Giglia. E' immenso, ricco di storia e di elementi di pregio, ma è in pessime condizioni. Senti parlare Florinda e Michele e sembra una reggia. Lo vedono come sarà una volta restaurato. Ancora una volta vedo i loro sogni che vagano liberi e ti travolgono. La forza della Farm è questa! Una comunità che si è attivata con la cultura e che con una straordinaria voglia di sognare, come un torrente in piena, trascina le persone in un posto fantastico che non immagini possa esistere.
Nel pomeriggio i lavori continuano ed è un susseguirsi di idee. L'imperativo è il noi! Il futuro di Farm passa dalle idee dei "visionari" di questa bella comunità. Ti accorgi di questo forte senso comunitario, quando Daniela comunica a tutti che ha deciso di comprare casa e vuole lasciare alla Farm uno spazio affinché diventi il luogo di lavoro, un coworking space.
Si fanno le 21 e andiamo a cenare tutti insieme si continua a chiacchierare di Farm e di sogni con la musica del dj Giannino un revival anni 80 che ti fa sentir bambino. Che sogno è se non senti anche una musica che ti riporta indietro nel tempo?
L'indomani si apre all'insegna di Giancarlo Sciascia, che racconta la sua personale esperienza di vita, il suo lavoro presso la Fondazione Ahref , che si trasforma in un racconto di belle storie di innovazione sociale. Tutto serve per offrire spunti alla community di Farm sulle opportunità di sviluppo del progetto che stanno portando avanti.
Subito dopo ci ritroviamo nel giardino per un piccantissimo pranzo senegalese e altri momenti di socialità, in fondo è l'unico modo per dimenticarsi della sensazione che si ha in bocca. Dopo aver fatto qualche chiacchiera con i ragazzi di Rudere e di Favara Urban Network è il mio turno di presentare Aniti e RisorgiMenti.lab.
Tante domande e un'opportunità: RisorgiMenti.Lab potrebbe diventare lo strumento di supporto per le attività di Farm!
Anche se si è fatto sera la giornata alla Farm non è finita. Siam rimasti solo gli ospiti londanti Roberta e Martina di ExFadda, Giancarlo di Ahref , Cristina ed io. Andrea e Florinda sebbene stiano per partire da lì a poche ore ci invitano a casa loro per vedere la prima bozza ddel progetto di restauro di palazzo Giglia.
Entriamo in casa loro e il sogno continuo. Cristina, che dopo due giorni di riprese e di sorprese infinite pensava di rilassarsi, si accorge subito che si tratta molto di più di una semplice chiacchierata o una bozza. Da li a poco ci raggiunge una architetto di Favara che da 8 anni vive e lavora in Giappone: Salvator John Liotta. Il suo progetto e la discussione che si apre è qualcosa di indescrivibile. Non riesco ad intervenire o a dare la mia impressione. Il progetto è un'idea fantastica che vuole abbinare cultura, gioco e arte. Uno spazio laboratoriale, nel quale far crescere le persone educarle alla bellezza. Per citare le parole di Mons. Bregantini "il gusto della bellezza [...]dà al giovane il gusto della propria identità, della fierezza di appartenere a una terra, di avere dentro di sé talenti meravigliosi che Dio ha dato".
Li lasciamo alle 22.30 mentre stanno a prepar le valigie per il volo che solo poche ore più tardi li aspetta. Andrea mi saluta con un: "Ora facciamo qualcosa insieme anche in Calabria!"
Questa due giorni mi ha fatto pensare alle parole di Olivetti sulle comunità "Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell'ingegno e dell'arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all'uomo il suo vero potere".
Beh i ragazzi di Farm, le persone che ho conosciuto in questi due giorni mi hanno lasciato intravedere questa forza rivoluzionaria che sta nella cultura e nei sogni delle persone. Una ciclone impossibile da contenere che oggi chiamiamo innovazione sociale e che crea legami, comunità e un'atmosfera solare. Parafrasando una famosa pubblicità, il sale della vita. Lascio Favara contento e quasi incredulo che le ultime ore le ho passate a girar con Cristina, Robero, Martina e Giancarlo a veder possibili case da acquistare. Spero presto che Aniti e Farm possano sperimentare cose insieme e che RisorgiMenti ci aiuti!