PIANI DI INTERVENTO E SERVIZI DI CURA
16.09.13,
Dallo scorso giugno e fino a dicembre i soggetti capofila dei Distretti socio-assistenziali o, a seconda della denominazione regionale, dei Distretti socio-sanitari o degli ambiti territoriali, delle 4 Regioni dell'obiettivo convergenza – Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – saranno impegnati nella stesura dei "piani di intervento" relativi ai servizi di cura per l'infanzia e gli anziani non autosufficienti.
Sulla base del Programma nazionale, che ha una durata triennale, dal 2013 al 2015, che si colloca nell'ambito del Piano d'azione Coesione (PAC), il Ministero dell'Interno, quale autorità di gestione responsabile, ha messo a disposizione una prima trance di risorse pari a 250 milioni di euro. L'obiettivo del programma è quello di potenziare nei territori ricompresi nelle 4 Regioni l'offerta dei servizi all'infanzia (0-3 anni) e agli anziani non autosufficienti (over 65), riducendo l'attuale divario di offerta di servizi rispetto al resto del Paese. La dotazione finanziaria è di 730 milioni, di cui 400 per i servizi di cura all'infanzia e 330 agli anziani non autosufficienti. La strategia che contraddistingue il programma è quella di mettere in campo un intervento aggiuntivo rispetto alle risorse già disponibili. Per usufruire di tali risorse, i soggetti interessati dovranno presentare, entro dicembre 2013, i suddetti "piani di intervento" sulla base delle linee guida pubblicate il 14 giugno scorso sul sito del Ministero dell'Interno.
I beneficiari naturali del programma sono i Comuni, perché soggetti responsabili dell'erogazione dei servizi di cura sul territorio. Essi potranno avere accesso alle risorse una volta soddisfatti i requisiti organizzativi e progettuali richiesti dai piani territoriali di riparto. Nelle linee guida sono contenute tutte le informazioni distinte per "Infanzia" e "Anziani" e per regione, tenendo conto della differente normativa di riferimento e dei diversi inquadramenti regolamentari, nonché della diversa denominazione dei relativi soggetti e servizi.
Nello specifico, nelle linee guida vengono descritte le possibili azioni da intraprendere sul territorio per quanto riguarda la parte relativa all'infanzia, come il sostegno diretto alla gestione di strutture a titolarità pubblica, l'avvio o l'ampliamento di servizi integrativi di carattere socio-educativo con incremento del numero di utenti presi in carico. Per gli anziani, invece, sono previsti interventi per l'incremento delle prestazioni di assistenza domiciliare e per il miglioramento della qualità del servizio. Sarà importante che i singoli distretti pervengano ad una corretta programmazione e pianificazione degli interventi, considerato che si tratta della possibilità di avere risorse finanziarie aggiuntive che consentirebbero di aumentare la platea di cittadini/utenti bisognosi di assistenza. Diviene fondamentale, dunque, fissare le azioni di intervento in un contesto di alternative possibile, in scenari organizzativi ove sono presenti diversi soggetti e attori, tenendo in considerazione i principi che regolano la programmazione sociale, quali: il coordinamento e l'integrazione con gli interventi delle altre aree di welfare (sanità, istruzione, formazione, inserimento lavorativo, casa); la concertazione e la cooperazione fra i diversi livelli istituzionali e fra questi e i soggetti sociali (terzo settore, privato sociale, sistema delle famiglie).
In Calabria saranno impegnati i Comuni capofila di ben 35 distretti socio-assistenziali, che dovranno interfacciarsi con tutti i soggetti coinvolti, siano essi sia pubblici che privati, e in stretta collaborazione, mediante il metodo della concertazione, definire il Piano degli Interventi più efficace ed efficiente a soddisfare i bisogni di assistenza della popolazione. Si tratta di un percorso arduo e non privo di ostacoli, che richiederà da parte delle istituzioni, che vorranno contribuire a realizzare un sistema di welfare quanto più partecipato, una capacità operativa, in grado di condividere le scelte e le priorità amministrative, e una capacità relazionale, in grado di riagganciare anche i soggetti e gruppi solitamente più distanti da una relazione diretta con le istituzioni.
http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/ministero/pac/index.html