IL RIUTILIZZO DEGLI IMMOBILI VUOTI
23.01.15,
La possibilità di utilizzare un immobile per finalità diverse da quelle inizialmente stabilite, favorendo gli investimenti che puntano alla sua riqualificazione è un tipo di sperimentazione dell'autorecupero che porta a nuove opportunità di crescita economica.
In Italia si contano sei milioni di immobili inutilizzati, la maggior parte dei quali è costituita da immobili vuoti, il cui numero si stima intorno ai due milioni. Le tipologie di immobili inutilizzati sono le più varie, si calcolano mezzo milione di negozi chiusi, capannoni industriali dismessi, ex fabbriche, ex scuole, ex caserme, ospedali non compiuti, ex case cantoniere, stazioni e caselli ferroviari, ex hotel ed ex centri commerciali, ex cascine, ex malghe, ex masserie, chiese e conventi. Inoltre esistono realtà costituite da interi ex paesi : www.paesifantasma.it.
A ciò va aggiunto l’enorme patrimonio inutilizzato costituito da edifici di recente costruzione, in Italia, infatti, il suolo edificato è raddoppiato in vent’anni, gli alloggi inutilizzati sono aumentati del 350% in dieci anni, in pratica il 25% degli alloggi è vuoto mentre 2,3 milioni di famiglie non può permettersi una casa.
Dai dati Istat relativi al censimento del 2011 risulta una forte crescita del suolo edificato che in vent’anni è raddoppiato. L’Osservatorio sui Laboratori Territoriali ha stimato 18 miliardi di metri cubi edificati, di cui 15,5 miliardi destinati al residenziale, contro un fabbisogno nazionale aggregato di 6,2 miliardi di metri cubi. Esistono quindi all’incirca 7 milioni di appartamenti vuoti, aumentati del 350% in dieci anni, che costituiscono il 25% degli alloggi presenti sul territorio italiano e che ad oggi risultano inutilizzati.
Gli effetti che derivano dalla contemporanea crescita di energia nell’atmosfera dovuta ai cambiamenti climatici insieme ai dissesti del territorio da imputare all’eccesso di costruzioni in Italia che, oltre alla perdita di paesaggi, porta alla distruzione di sistemi idrogeologici, sono disastrosi per l’ambiente, oltre che un vero e proprio spreco di tesori inabitati.
In alcune città del meridione le stanze costruite superano persino il numero di abitanti, a Reggio Calabria si contano 40.000 stanze in più rispetto ai residenti, e in molte zone dell’entroterra, non solo al sud, si contano più edifici che abitanti.
Il riutilizzo di immobili pubblici in abbandono, per contrastare l'emergenza abitativa esiste già, un esempio è dato dal Comitato dei Senza Fissa Dimora torinesi, che, insieme all’associazione solidarista Soccorso Tricolore e ad altre famiglie sfrattate, ha completamente ristrutturato ed adibito ad uso abitatativo il rudere olimpico di via Bizzozero dando vita all’OSA Lingotto. Da fine aprile lo stabile comunale abbandonato è abitato da circa dodici senza fissa dimora, gli stessi hanno deciso di costituire un comitato spontaneo finalizzato alla denuncia dello scarso numero di carenze di dormitori e mense nella città di Torino.
L'occupazione OSA Lingotto è sostenuta dai ragazzi dell'associazione Soccorso Tricolore, che hanno aiutato gli occupanti a rendere abitabile l'edificio, a tal proposito una proposta di legge presentata in Regione Piemonte offrirebbe ai Comuni e ad altri enti pubblici proprietari di patrimonio immobiliare inutilizzato e in stato di abbandono, la base normativa per individuare associazioni di persone in emergenza abitativa ed assegnare loro un immobile da rimettere a nuovo con il proprio lavoro e da cedere infine in proprietà ai concessionari attraverso rate pari al canone delle case popolari .
In Calabria questo tipo di riutilizzazione dei beni immobili vuoti potrebbe segnare un profondo cambiamento economico e rappresentare un tipo di intervento di straordinaria innovazione sociale. Dall’analisi e rielaborazione delle interviste sul territorio di Cosenza e Rende e dall’attività di ricerca attuata da Aniti è risultata emergente la difficoltà di molte Associazioni nel rinvenire una sede per lo svolgimento delle proprie attività e soprattutto per dar vita a centri di aggregazione sociale. A tal proposito, sarebbe opportuna la creazione della Banca Dati dei Beni Inutilizzati dell’ Area Urbana Cosenza – Rende . Questa Banca Dati potrebbe venire incontro alle esigenze delle associazioni tramite il Modulo Beni Inutilizzati della Piattaforma Risorgimenti.Lab. L’attività di mappatura potrebbe essere effettuata utilizzando le funzionalità della piattaforma (www.risorgimentilab.dispes.unical.it/beninonutilizzati) che consenta a tutti gli utenti di poter mappare beni abbandonati e di poter visualizzare i beni disponibili mappati dagli stessi utenti.
Sarebbe auspicabile la facilitazione e gratuità per i cambi di destinazione d’uso degli immobili, in particolare per quelli non utilizzati o occupati da imprese in difficoltà, nel pieno rispetto delle esigenze di tutela del paesaggio e dei nuovi edifici esistenti. Semplificare il processo di cambio destinazione d’uso stimolerà così l’afflusso di investimenti in direzione dei processi di sviluppo e riconversione territoriale, a vantaggio del mercato immobiliare e delle costruzioni, dell’ambiente oltre che un modo innovativo di promuovere nuove imprese giovanili, di creare centri di aggregazione sociale, di welfare, di cultura ed educazione per le generazioni future.
http://comune-info.net/2014/12/immobili-vuoti/