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INDICATORI OLTRE IL PIL

INDICATORI OLTRE IL PIL

29.09.14,

I principali tentativi di misurazione del benessere di una società a livello internazionale

Anche nel contesto internazionale il dibattito sulla necessità di andare oltre il PIL per misurare e valutare il benessere di un territorio va avanti già da molti anni.

Tra le misure alternative ricordiamo, l'indice Measure of Economic Welfare (MEW), ad opera di due economisti, Nordhaus e Tobin, nel 1972, che aggiunge al GNP valori riguardanti attività esterne al mercato e sottrae i costi relativi a danno ambientali e i valori relativi alla spesa strumentale. Sull'esempio di questo approccio Daly e Cobb nel 1991, propongono l'indice Genuine Progress Indicator (GPI), un indicatore economico che combina aspetti sociali e ambientali e che tiene conto del contributo delle famiglie, del lavoro volontario e del crimine, dell'inquinamento e dei divorzi, riducendo tutto in termini monetari.

È un indice che misura lo sviluppo economico, integrando un'alta considerazione per i fattori ambientali e per l'inquinamento creato o annullato dall'attività di impresa. Con l'Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW) si cerca di correggere il GDP rispetto a diversi settori quali la disparità di reddito, i danni ambientali, sfruttamento delle risorse ambientali, proponendo un indicatore che meglio valuti come l'economia incide sul benessere della popolazione.
Si cerca quindi di misurare la porzione di attività economica che contribuisce ad un reale aumento della qualità della vita. 
Infatti, nel calcolo dell'indice si tiene in considerazione del deperimento delle risorse naturali, dei danno ambientali, del valore del tempo libero e del lavoro domestico. Il Gross National Happiness (GNH) pone al centro della valutazione non i consumi ma il benessere e si basa su una serie di valutazioni soggettive sui valori morali; rappresenta un tentativo per definire uno standard di vita in termini più olistici e psicologici.


Il termine fu coniato nel 1972 dal re del Bhutan che rese evidente il suo impegno per la costruzione di un'economia coerente con la cultura tradizionale del suo paese basata sui valori spirituali del buddhismo. L'indicatore Human Development Index (HDI) è un indicatore del benessere molto legato all'approccio seniano di visione multidimensionale del benessere e focalizzazione dell'interesse su capabilities (variabili) che sono strumentali al raggiungimento dei functionings (obiettivi) prefissati. Questo metodo assegna maggiora importanza all'aspettativa di vita, la salute, l'educazione e livello della qualità della vita (espressa in termini di PIL pro capite a parità di potere d'acquisto). L'indice Gender Equity Index (GEI) è stato sviluppato dalla rete del Social Watch per classificare i paesi utilizzando indicatori sociali disponibili e comparabili a livello internazionale; assume valori compresi tra 0 e 100, e i paesi che ottengono bassi punteggi presentano una maggiore disuguaglianza tra i sessi; dalle analisi risulta che non esiste paese in cui le donne hanno le stesse opportunità degli uomini e che alti livelli di reddito non sono necessari per l'eliminazione delle disparità di genere.

Nel 1996 si è costituito il Consultative Group on Sustainable Development Indicators (CGSDI), formato da esperti di sviluppo sostenibile e di misurazione della qualità della vita, per elaborare un indice di sostenibilità in conformità a tutte le esperienze nel campo. Sono state individuati 4 ambiti tematici, ambiente, economia, società e istituzioni e definiti 46 indicatori. Sono stati raccolti in oltre cento paesi, sfruttando un software gestionale, (noto come Dashboard of Sustainability) che permette all'utente di costruire l'indice di sostenibilità selezionando gli indicatori e il metodo di aggregazione preferiti. L'indicatore Well-Being Index misura la qualità della vita e lo sviluppo di 180 paesi, aggregando 88 indicatori, in due sotto indici, uno per il benessere umano e uno per la qualità dell'ambiente. Presupposto fondamentale di quest'approccio è considerare la sfera individuale e ambientale aspetti diversi ma della stessa importanza che concorrono a determinare il well-being.

L'indice di benessere umano è il risultato di un raggruppamento di indicatori che misurano la qualità della salute della popolazione, la ricchezza economica, il livello culturale e di scolarizzazione, la qualità delle relazioni civili e il grado di equità delle società. L'indice di qualità dell'ambiente è determinato sulla base di indicatori sullo stato dei suoli, dell'acqua, dell'aria, della specie e del patrimonio genetico e l'uso delle risorse naturali. I punteggi dei singoli indicatori sono aggregati per area mediante medie semplici, ponderate o considerando i valori più alti o più bassi. Il Boston Indicators Project rappresenta una proposta di misurazione del livello della qualità della vita a Boston, utilizzando 159 indicatori per 10 aree tematiche (cultura, senso civico, economia, educazione, ambiente, abitazioni, salute, sicurezza, tecnologia e trasporti) ma senza definire un indice sintetico.

L'Unione Europea ha sostenuto diverse proposte per lo sviluppo di indicatori sulla qualità della vita e sulla sostenibilità. Uno dei principali progetti è sicuramente quello degli Indicatori Comuni Europei (ICE). Si tratta di un sistema di indicatori che considera 11 tematiche principali selezionate attraverso una metodologia integrata, complementare ai sistemi di indicatori locali, nazionali e settoriali già esistenti. È considerato dagli utenti finali come uno strumento di supporto ai processi decisionali, che consente di confrontare i risultati di diverse città europee al fine di identificare buone pratiche per la sostenibilità.

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