UN TERREMOTO E AUMENTA IL PIL
14.10.14,
Da un articolo di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini su la Repubblica di venerdì 24 gennaio 2014, si legge "Un terremoto fa aumentare il Pil perché crea nuove attività e occupazione: questo paradosso sintetizza meglio di qualsiasi discorso l'assurdità dell'indicatore che condiziona tutte le decisioni di politica economica". L'esempio degli autori mostra chiaramente l'inadeguatezza del PIl a fornire una qualche indicazione sul benessere di un paese.
Allo stesso modo, si legge nell'articolo, un altro esempio paradossale. "...Ma se venisse lanciato un piano di trasporti volto ad incentivare l'uso della bicicletta e dei mezzi pubblici al posto dei veicoli privati, l'effetto contabile sarebbe quello di una drastica diminuzione dei consumi di energia e quindi del Pil e del gettito fiscale".
Si comprende facilmente come il miglioramento della qualità della vita e la salvaguardia dell'ambiente avrebbero conseguenze negative sulla politica economica. In letteratura si possono leggere diversi contributi a favore di metodologie alternative al PIL per orientare le decisioni, ma si continua a perseverare nell'utilizzo di questo indicatore.
I due autori propongono un criterio diverso, di misurazione del raggiungimento degli obiettivi fissati per valutare l'efficacia delle politiche economiche. La contabilità dovrebbe avere il compito di misurare gli impegni e gli obiettivi stabiliti in sede politica. Inoltre, si dovrebbero definire degli indicatori che permettano di ottenere informazioni sul futuro che stiamo costruendo.