ANITI ALL'INTERNET FESTIVAL
10.10.14,
Diario di un viaggio tra comunità solidali, competenze, piattaforme di collaborazione e strumenti di valutazione di impatto e tra persone che da nord a sud sono testimoni di un Internet su Wikipedia viene definito come una rete mondiale di reti di computer ad accesso pubblico. Il principale mezzo di comunicazione di massa, che offre all'utente una vasta serie di contenuti potenzialmente informativi e servizi. La mia percezione della rete, per molto tempo è stata sensoriale: un breve rumore metallico del dialer, una porta sul mondo, che portava il nome di un personaggio storico. Una versione romantica, ma in fondo non molto diversa dal concetto di Wikipedia: tecnologia e computer! Uno strumento che mi consentiva di raggiungere posti lontanissimi pur rimanendo fermo nella mia piccola città del Sud Italia. La rete mi ha accompagnato nel corso della mia carriera universitaria e mi aiutato nelle prime esperienze lavorative, ma sempre e soltanto come strumento tecnologico. Non ho, infatti, mai dato particolar importanza alla rete ed ho cercato di realizzare le mie aspirazioni: occuparmi di sviluppo locale. Avevo scelto di farlo provando a lavorare nelle Istituzione Locali. La cosa che notavo è che si parlava di Sviluppo in maniera burocratica, ma mai di persone. Un po’ come provare a preparare la minestra senza gli ortaggi. Che zuppa è? Non riuscivo a cogliere il senso di quello di cui parlavo. Per fortuna che la mia finestra sul mondo era sempre aperta (non era più metallica, ma luminosa stile albero di natale). Nasce così la consapevolezza che Internet possa essere soprattutto uno strumento per creare connessioni e comunità. Da tempo avevo sotto gli occhi piattaforme come Wikipedia, Facebook, Google, ma non andavo oltre la funzionalità dello strumento. Non mi ero mai interrogato sul principio che c’era dietro, sul concetto di crowdsourcing (la collaborazione su un progetto di più persone attraverso internet). Arrivo al crowdsourcing per caso, solo dopo esser capitato su una pagina che conteneva un articolo sulla pop economy, l’economia partecipativa. Un approccio che metteva al centro le persone. Dal crowdsourcing passo al crowdfunding (micro-finanziamento collaboarativo) per sostenere progetti. Le persone contano, diventano il centro e la collaborazione attraverso il supporto della tecnologia, fa nascere nuovi processi e idee che risolvono problemi sociali. Si viene, così, a creare un empowerment delle comunità locali che si attivano in prima persona. Ed eccomi di colpo catapultato nel mondo dell’Innovazione Sociale con Aniti e il progetto RisorgiMenti.lab. Internet, persone e processi partecipativi una bella minestra che ha il giusto sapore e che fa crescere sani e forti comunità territoriali. Ecco che, quando siamo stati invitati all’Internet Festival, non avevo ancora letto il nome del Panel, ma già sapevo che eravamo finiti nel posto giusto. Quando poi leggi: Creatività, coesione e qualità della vita. Costruzione di comunità, piattaforme di collaborazione e strumenti di valutazione di impatto. E come claim senza comunità solidali e competenze diffuse nel territorio non si produce nè qualità sociale, nè valore economico. Non vedi l’ora di arrivare a Pisa e solo quando arrivi ti rendi conto che quello che stai facendo ha un senso. Scopri che i relatori del tuo stesso Panel, li hai già conosciuti tramite la rete, alcuni di loro li hai visti, altri li vedrai per la prima volta. Scopri che a fare il viaggio con te c’è Paolo di A di Città, pugliese di origine, ma Rosarnese verace d’adozione oltre a Maria, collega di Aniti, che ha scelto di tornare da Bruxelles per provar a fare Innovazione Sociale in Calabria. Appena arrivi con i tuoi compagni di viaggio incontri Manuela di Hello Bagheria e scambi due chiacchiere con lei, che diventano un tour per le vie di Pisa e poi due giorni di sogni e idee condivise e possibile collaborazioni in Sicilia tra Aniti, A di Città e Hello Bagheria. Poi incontri Peppe Sirchia che rivedi dopo un po’ di mesi davanti al Geoide e sembra che sia passata solo un’ora, e anche con lui sotto il cielo d’autunno, stanchi morti, continuiamo a parlare di idee e futuro.
Arriva il mattino e tocca presentare RisorgiMenti.lab nel panel. All’inizio un po’ di emozione e poi scopri che il linguaggio è uno solo. Che la platea e i relatori sono in sintonia. Che quanto parla Paolo la sala si emoziona, ma parla anche di Aniti e poi, quando parlo io e cito la loro esperienza, il pubblico non distingue bene le due Associazioni. Un segno positivo, poiché, la collaborazione è così forte che le due esperienze si fondono in un racconto comune. Parla Noemi di processi di Comunità come una Zuppa. L’intero Panel è una buona Zuppa tutti gli ingredienti sono al posto giusto e te ne accorci quando parla Rosy dei suoi Cittadini Reattivi, Francesca con la sua community del libro (Liberos) e Giovanni che parla di valutazione, di impatto sociale ma lo fa in maniera del tutto inaspettate e con parole come “partecipazione e comunità” che riecheggiano. Il pomeriggio è un susseguirsi di emozioni di possibili collaborazioni di chiacchiere con Elsa e Massimiliano di Panspeech da Siena e Claudia e Vincenzo di the Hub Siracusa e con Ivana Pais che sostiene: “per far funzionare il crowdfunding serve innanzitutto costruire una comunità che crede nel progetto e ha voglia di sostenerlo”. E poi l’ultima sera dopo cena, a mezzanotte tiriamo fuori il Pc e riunione notturna cercando nuove collaborazioni. Il tutto condito dalle risate dei nuovi amici.
Il mio lungo racconto, poco formale, può sembrare un viaggio entusiastico di un bimbo che va per la prima volta in gita scolastica (viaggio di istruzione per tutte le professoresse in ascolto), ma vuol esser la base per l’argomentazione. Oggi l’Italia è attraversata da una crisi economica forte, da un’incapacità manifesta di dare risposte ai problemi che interessano la collettività. Un disordine che si rispecchia nella città e nell’edilizia, ma che è principalmente sociale. In questo contesto emerge una piccola grande fetta di paese che innova e rompe il disordine partendo da un concetto fondamentale, fare rete, collaborare per promuovere la creazione di Comunità coese che risolvono problemi e sono disposte a lavorare per il bene comune. L’internet Festival ha raccontato queste comunità e ha messo insieme le persone che da Nord a Sud provano ad avviare questi difficili processi. Lavorare per produrre reddito, da non confondere con profitto, e promuovere in maniera cooperativa lo sviluppo del territorio. Può forse sembrare un’utopia, ma per usare le parole di Olivetti
“Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare… un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte… solo allora diventa un proposito… cioè qualcosa di infinitamente più grande”
La mia esperienza in Aniti mi ha dimostrato che anche in Calabria, una terra non certo nota per la presenza di capitale sociale è possibile provare a costruire comunità coese che sono disposte a collaborare a mettere insieme idee, condividere percorsi per la realizzazione di azioni orientate al miglioramento del ben-essere del proprio territorio.
Per ulteriori informazioni sulle giornate, vi consiglio il bel report di Giancarlo Sciascia e dove troverete anche i link ai materiali del Panel.