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PARTECIPAZIONE CIVICA

SEMINARI DI APPROFONDIMENTO

Laboratorio: Altra Economia

Categoria Storie | Avviata il 30-05-2023 | Contributi n. 18 | Si conclude il 30-05-2030 | Partecipa

Descrizione

Nell'ambito dell'insegnamento di Sociologia rurale e sistemi agroalimentari, del corso di laurea magistrale in Sociologia, Cooperazione e Sviluppo (DISPES) si sono tenuti dei seminari di approfondimento sull'agricoltura sociale, il cibo e i territori. 

Con l’obiettivo di sensibilizzare e far conoscere i temi trattati ad un ampio pubblico, i seminari sono stati resi accessibili a tutti, con collegamento online.

I materiali e i riferimenti bibliografici dei seminari sono disponibili sulla piattaforma RisorgiMentiLab.

 

Programma:

21 Marzo 2023:  Introduzione all’agricoltura sociale: criticità ed opportunità, Giuseppe Gaudio (CREA, centro politiche e bioeconomia)

28 Marzo 2023: Introduzione ai sistemi locali del cibo: metodi, strumenti ed approcci,   Giuseppe Gaudio (CREA, centro politiche e bioeconomia)

6 Aprile 2023: Radio e Comunità. Dalle Radio libere alle webradio (Dario Della Rossa, Radio Ciroma; Ibrahim Diabate e Francesco Piobbichi Mediterranean Hope-FCEI)

12 Aprile 2023: Le principali novità della PAC 2023-2027 e l’agricoltura sociale, Federica Martignani (Università della Tuscia)

26 Aprile 2023: L’agricoltura sociale in Calabria: dati, normativa ed indagini sul campo,  Mariagrazia Provenzano (Università della Tuscia) e Federica Sarro (Cdl SCS-DISPES)

16 Maggio 2023: Cibo e sviluppo rurale: il caso di Castel del Giudice, Francesca Curcio (Università del Molise) con la partecipazione di Carmine Valentino Mosesso conosciuto come il poeta contadino di Castel del Giudice; Il distretto del cibo del Lametino, Simona di Matteo (Cdl SCS-DISPES)

 

Obiettivi

L'obiettivo è quello di favorire una maggiore consapevolezza sui temi preposti attraverso la possibilità di usufruire dei materiali audio-visivi e dei riferimenti bibliografici disponibili sulla piattaforma.

Contributi alla Storia

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Inserito da Federica Sarro il 06/07/2023

Avamposto Agricolo autonomo (Santa Caterina dello Ionio)

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È un’azienda agricola di 11 ettari, nata nel 2020 a Santa Caterina dello Ionio da un’idea di Sofia De Matteis e Raffaele Dolce: due giovani agricoltori laureati in Geografia e Processi Territoriali e Scienze Filosofiche all’UniBO. I due decidono di tornare in Calabria nel 2019 principalmente per motivi economici e personali: Raffaele voleva infatti recuperare i terreni abbandonati del nonno. Così, attraverso un prestito, acquistano terreni e diversi animali: asini, maialini, un puledro e una capra. Raffaele decide poi di iscriversi ad un corso riconosciuto dal CONI per tecnico someggiato, finalizzato ad approfondire le sue conoscenze sull’asino. In seguito, decide di seguire anche quello per imprenditore agricolo, compare infatti oggi come coltivatore diretto nel registro di Confagricoltura. Sofia ha la specializzazione in didattica d’italiano (L2), che utilizza nelle attività che vengono erogate ai bambini della comunità perfezionando le tecniche di outdoor education: attività didattiche svolte all’aperto per migliorare la sfera emotiva, sensoriale, motoria, relazionale degli utenti e per diffondere i principi dell’educazione ambientale ed alimentare. Inizialmente le attività con i bambini erano tutte di carattere informale, in seguito è stato istituzionalizzato il rapporto con le scuole ed anche con il settore turistico. Dal racconto dei due ragazzi emergono interessanti scambi di saperi e connessioni con le altre realtà del territorio: dalla creazione di un laboratorio di trasformazione di carciofino selvatico intitolato CateriSana, realizzato grazie ad un crowfunding e gestito insieme ad altre donne con meno di 30 anni, alle collaborazioni con il Teatro del carro, Badolato permacultura e SouthFace, con i quali organizzano passeggiate di etnoflora ed esperienze di turismo lento. Inoltre, i ragazzi hanno collaborato con Italianostra per la stesura del libro collettivo di archeologia rurale intitolato “Santa Caterina dello Ionio. Ambiente, stratificazioni culturali, paesaggi rurali” edito da Rubbettino, insieme a pastori e professori, finanziato interamente dai Caterisani. Dal loro racconto emergono però anche diverse problematiche: dalla difficoltà di approvvigionamento dell’acqua a quelli finanziari che impediscono di assumere altro personale.
Tag: esperienze; agricoltura sociale; Calabria; territorio; Sud
Inserito da Federica Sarro il 06/07/2023

Cooperativa sociale Demetra (Reggio Calabria)

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Demetra nasce come cooperativa sociale mista nel 1999, fa parte del consorzio Macramè e di un contratto di rete costituito da altre due cooperative sociali che lavorano insieme per raggiungere obiettivi convergenti. L’obiettivo di Demetra è quello di realizzare percorsi di orientamento ed inserimento lavorativo per soggetti svantaggiati: disoccupati, migranti, minori, famiglie non autosufficienti e svolge il suo servizio sia nell’azienda agricola che all’interno della comunità ministeriale di Grazie e Giustizia di Reggio Calabria. Grazie al contratto di rete, la cooperativa dispone di un’equipe professionale composta da: una psicologa, un pedagogista clinico (anche se interviene di rado), educatori, operatori sociali, volontari, ma anche operai agricoli (che sono però soggetti svantaggiati). La titolare della cooperativa, Cristina Ciccone, ottenendo l’autorizzazione per il terreno adiacente alla comunità ministeriale insieme alla condotta slowfood, ha realizzato un progetto riguardante un orto che comprendeva le fasi di coltivazione: cura, raccolta, ma anche progetti di educazione alimentare. Nonostante le prime perplessità è riuscita a constatare i benefici del lavoro orticolturale sui ragazzi che curavano ogni aspetto del processo. Alcuni minori della comunità ministeriale svolgono altre attività nella fattoria di Cristina situata a Placanica insieme ad altri soggetti con provvedimenti civili e amministrativi, ma ci sono state anche esperienze di ragazzi con problemi psichiatrici: per ognuno di loro è stato creato un progetto con attività e obiettivi da raggiungere. Demetra essendo membro del consorzio Macramè (a cui è stato affidato anche un bene confiscato alla mafia di 11 ettari) situato a Melito, svolge pratiche di Agricoltura Sociale anche lì; il bene presentava diversi ostacoli: la distruzione del suolo (prima della concessione era stato incendiato), la presenza di ecomostri che non potevano essere demoliti, inoltre, i fondi esigui non permettevano di migliorarlo in modo ottimale. Nonostante questo, si è riusciti a bonificarlo (almeno in parte) e a renderlo più fruibile piantando così bergamotto e aranceto; si sono organizzati campi estivi con LiberaTerra e sono stati coinvolti migranti dal 2018 (per un totale di 40 ragazzi). I rapporti con le istituzioni e con la popolazione risultano essere pressoché inesistenti escludendo i servizi sociali territoriali (che avendo difficoltà a lavorare in equipe) riconoscono l’operato di Demetra e segnalano le persone da coinvolgere nei progetti di agricoltura sociale. Inoltre, la terra come strumento educativo e terapeutico non viene riconosciuta dagli educatori, assistenti sociali e dal settore sanitario ed in aggiunta si presenta il problema della formazione: è difficile trovare educatori, operatori perché sottopagati, precari tendono ad emigrare in quanto i progetti sono sempre a tempo determinato.
Tag: esperienze; agricoltura sociale; Calabria; territorio; Sud
Inserito da Federica Sarro il 06/07/2023

Nelson Mandela - Cooperativa sociale - Turismo & Agricoltura sostenibile.

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La cooperativa Nelson Mandela è una cooperativa sociale di tipo B nata nel 2017, detiene 10 appezzamenti di terreni sparsi anche su Comuni diversi per un totale di 40 ettari. L’ obiettivo della cooperativa è sempre stato quello di tutelare, includere, accogliere migranti, ex detenuti, disoccupati over 50 per i quali è difficile trovare un’occupazione e cercare di dare una possibilità di vita anche in Calabria, terra d’approdo che solo in pochi casi diviene una terra in cui stabilizzarsi. Il direttivo della cooperativa composto da sette persone con profili differenti (tra cui: un dirigente, un insegnante, un contabile) ritiene l’agricoltura uno strumento di integrazione, di crescita condivisa, in grado di mettere al centro le persone, per garantire pari dignità nel pieno della legalità, provando ad intervenire sulle condizioni precarie e spesso disumane dei ragazzi africani della realtà di Rosarno e San Ferdinando. Coloro che hanno deciso di intraprendere questo percorso in agricoltura sono stati assunti, al momento sono 13 i ragazzi che hanno mansioni e compiti diversi: c’è chi produce, chi trasporta, chi vende, chi si occupa dell’area amministrativa; durante questi anni sono state coinvolte circa 50 persone, molte delle quali hanno raggiunto poi Paesi Europei. La cooperativa si occupa di produrre agrumi applicando il metodo biologico e da qualche anno è stato realizzato anche un B&B per permettere ai turisti di vivere soggiorni di carattere esperienziale. I prodotti vengono venduti promuovendo la filiera corta in loco ed anche attraverso un punto vendita a Roma; inoltre, la cooperativa detiene significative relazioni con i Barikamà: ragazzi africani fuggiti da Rosarno che hanno costituito una cooperativa sul lago di bracciano decidendo di occuparsi di produzione bio, autoconsumo e vendita, ma anche con il Movi, l’Arci regionale e nazionale. Nonostante questo, la cooperativa si trova ad affrontare ostacoli di natura economica, ma anche di carattere relazionale con parte della comunità.
Tag: esperienze; agricoltura sociale; Calabria; territorio; Sud
Inserito da Federica Sarro il 05/07/2023

Comunità Don Milani (Acri)

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La comunità don Milani si trova ad Acri ed è nata nel 2004 dall’idea dell’educatore Nello Serra, è stata istituzionalizzata come casa-famiglia multiutenza ed in seguito cooperativa di tipo misto A+B. Questa ospita anziani ultranovantenni che hanno un minimo di autosufficienza provenienti da famiglie che non riescono più ad occuparsene per un lasso di tempo prolungato (alcuni di questi pernottano anche all’interno della struttura, ci sono infatti otto posti letto disponibili). Nello racconta che l’unica persona assunta part-time per 1100€ è la donna delle pulizie che si occupa anche della cura personale degli anziani, mentre per la coltivazione ci si rivolge ad un fattore. Quest’anno per la prima volta si è iniziato a produrre per la vendita e non solo per l’autoconsumo (da duecento piante di pomodori a mille) e si è venduto tutto quello che avevano prodotto incluse noci, castagne, marmellate e vino grazie anche all’ausilio dei social. La comunità non beneficia di finanziamenti pubblici, ma sopravvive grazie alle rette delle famiglie (dai 700 a 1200 euro), alla vendita di prodotti cosmetici e di ortaggi (ha circa cinquanta clienti); la cosmesi risulta essere il campo prioritario della struttura. Il direttore crea unguenti e creme grazie allo scambio di saperi che ha con un chimico milanese da più di vent’anni (tecnico della Granarolo e della Lorèal) nato dalla passione per i bachi da seta e nel far questo coinvolge gli anziani in attività che sono in grado di svolgere, la manualità fine anche in presenza di demenza cognitiva migliora l’attività cerebrale, l’autostima (es: pulizia dei bozzoli, lavorazione dell’alloro); altri riescono a svolgere anche attività agricole leggere. Oltre a queste attività vengono organizzati spettacoli teatrali e musicali per allietare le giornate. Nello, inoltre, ha iniziato ad insegnare cosmesi in alcuni progetti delle scuole professionali di Cosenza, Montalto, Roseto Capo Spulico, Lecce e sta pensando di rivolgere questa attività formativa anche ad altri utenti all’interno della comunità; nonostante questo svolge a tempo pieno la mansione di direttore della comunità, di cuoco, trasporta gli anziani non pienamente sufficienti, ma ha deciso di delegare l’attività agricola e le attività di cura. Quello che emerge è un’evidente carenza di personale e di figure professionali (anche per questa ragione la comunità ha partecipato al bando per il servizio civile) ed una totale assenza di rapporti con le istituzioni. La Comunità nel 2019 è stata anche un ente accreditato per l’alternanza scuola lavoro riuscendo ad impattare sulle scelte professionali future dei ragazzi; gli studenti dell’istituto professionale di Acri e dell’alberghiero Todaro di Rende hanno raggiunto l’azienda ed è così iniziato un periodo di formazione sull’alimentazione e sulle tecniche agricole e cosmetiche. Tale collaborazione è nata sempre da rapporti personali ed informali.
Tag: esperienze; agricoltura sociale; Calabria; territorio; Sud
Inserito da Federica Sarro il 05/07/2023

Badolato permaculture (Catanzaro)

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Chris e Mario sono due giovani contadini neorurali che si conosciuti nel 2016 e hanno iniziato ad appassionarsi alla permacultura, passione motivata dalla voglia di cambiare vita e trovare qualcosa che fosse più incline al loro modo di intendere la vita. La permacultura è un processo integrato di progettazione che mira ad ottenere un ambiente sostenibile, equilibrato attraverso tecniche agricole rigenerative come la cura del suolo, la microbiologia e i metodi di compostaggio. Entrambi sono laureati, uno dei due è un project manager e continua a svolgere la sua occupazione da remoto per ragioni economiche. Dopo aver frequentato un corso a Sintra sulle tecniche di permacultura, si sono messi alla ricerca di un terreno in tutta Europa, per realizzare il loro progetto. A Badolato hanno trovato quello adatto alle loro esigenze economiche, ma anche ambientali e logistiche. Utilizzando workaway, un’app per viaggi low cost che ha il fine di offrire ospitalità in cambio di aiuto, sono riusciti a sistemare il terreno e la struttura. I due neocontadini producono olio e uova destinati all’autoconsumo e agli amici, ma la loro attività principale è la formazione, offerta attraverso laboratori di bio edilizia e del suolo, rivolti principalmente ad un bacino di utenti provenienti dall’estero, perché in Calabria riscontrano ancora delle difficoltà nel diffondere queste nuove tecniche rigenerative. Nonostante le collaborazioni e lo scambio di saperi con le aziende locali, Chris e Mario sottolineano, infatti, la diversità culturale che spesso rappresenta un ostacolo. I ragazzi hanno intenzione di organizzare un open-day per spiegare alle persone del posto di cosa si occupano nel dettaglio e stanno tentando di costituire un’azienda agricola, ma la burocrazia risulta lenta e ostruttiva, in particolar modo per loro che non conoscono bene la lingua.
Tag: esperienze; agricoltura sociale; Calabria; territorio; Sud

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Prof.ssa Alessandra CORRADO
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