Attenzione
La storia e´ scaduta! Non si possono piu´ inserire contributi
PARTECIPAZIONE CIVICA
Il coraggio di rimanere
Laboratorio: Comunità Area Grecanica
Categoria Storie | Avviata il 18-10-2014 | Contributi n. 0 | Si conclude il 31-12-2014 | Partecipa
Descrizione
È facile andare… molto più coraggioso rimanere! È proprio vero: ci vuole coraggio a rimanere in una terra dimenticata non solo da chi vive lontano, ma dalla sua stessa gente, a non ascoltare quando tutti ti dicono di andare a studiare altrove perché non c’è lavoro e nessuna opportunità per creare una famiglia . Bisogna avere coraggio a esprimere le proprie idee in luoghi in cui non viene tanto dato risalto alla conoscenza , quanto a chi si conosce. Quel pastore rimanendo a Roghudi ha dimostrato il proprio coraggio perché non ha creduto nelle favole che gli venivano raccontate sul suo paese e sul pericolo di viverci. Non ha ascoltato chi pensava solo al proprio interesse ed impauriva chi ci abitava per perseguire i propri fini. Non ci ha creduto perché molto probabilmente si accontentava di quello che aveva ed ogni alba ringraziava la nascita di un nuovo giorno. Sentiva il profumo della sua terra, del suo gregge, della ricotta calda e faceva in modo metodico i gesti quotidiani, propri di una ruralità ancestrale, seguendo il sole nel cielo per scandire la propria giornata laboriosa. Ricordare a volte fa male e così decidiamo di non farlo. Preferiamo riempirci di mille buone ragioni per non pensare a quello che ci rende unici: la nostra storia e la nostra identità. Non consideriamo quello che abbiamo perché ci hanno insegnato a sminuirlo, e così siamo spinti nell’affannosa ricerca di un posto in cui realizzarci, non accorgendoci che potrebbe essere proprio lì dove viviamo. E qui si aprono altre riflessioni. Quanto possiamo essere artefici del nostro futuro partendo dalla nostra storia? Come possiamo fare nostra una storia che già ci appartiene e che abbiamo tenuto lontano perché così ci hanno insegnato? Un territorio vive di storie. E forse anche per questo la nostra terra si è così impoverita. Le famiglie costrette ad abbandonare i borghi montani si sono portate via la loro storia ed il territorio ha smesso di parlare. Un territorio che non ha voce non può essere ascoltato e non può essere conosciuto. Ma come per incanto un sentiero percorso in una calda serata del Paleariza durante un trekking che lentamente avvicinava al luogo del concerto, ha iniziato a parlare, e il territorio ci ha trasmesso delle sensazioni all’apparenza nuove ma in realtà già presenti nei nostri cuori, solo assopite dal tempo e dalle circostanze di vita. Non possiamo più incontrare quel pastore perché il tempo passa per tutti, ma possiamo incontrare delle giovani guide escursionistiche che sono convinte delle potenzialità della loro terra. Possiamo trovare nei nostri Borghi turisti italiani e stranieri che percorrono gli antichi sentieri della montagna e rimangono incantati dalla natura, dalle tradizioni, dai sapori e dalla sincera ospitalità della Gente di Aspromonte . Attraverso lo stupore e la meraviglia che leggiamo nei loro occhi possiamo provare a guardare la nostra terra in un modo diverso per riappropriarcene e farla finalmente nostra. Possiamo ritrovare quella serenità che permette di immaginarci artefici del nostro destino in un territorio magari difficile, con un PIL tra i più bassi d'Italia, MA RICCO DI TUTTO QUELLO CHE NON ABBIAMO MAI CERCATO...
Obiettivi
dare voce ad un territorio che non ha voce ascoltare quello che un territorio racconta scoprire quello che un territorio può offrire anche attraverso gli occhi degli altri provare a realizzare un’idea imprenditoriale a partire dalle risorse naturali che un territorio offre