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PROGETTO GUTENBERG 2.0: INTERVISTA ALL'IDEATORE

PROGETTO GUTENBERG 2.0: INTERVISTA ALL'IDEATORE

26.03.13, Letizia.Lacava Lacava

Genesi e modalità di realizzazione del Progetto Gutenberg.

Nel 1993 il liceo classico "P. Galluppi"di Catanzaro aveva bisogno di una rivisitazione del suo programma di lavoro: bisognava superare una tradizione un po'aulica fondata sulla preminenza gerarchica delle lingue classiche, l'atmosfera era un po' stanca e c'era un affetto eccessivo per il vecchio modello liceale. Così, il preside di allora A. Vitale,  pensò di aprire la scuola ad una comunicazione un po' più forte con il mondo della cultura e le università nel tentativo di rigenerare le cellule della scuola, di introdurre elementi vitali; se ci si adagia, le tradizioni finiscono per creare molto sopore. Pertanto, iniziò un'attività seminariale chiedendo soccorso ad amici sparsi per l'Italia ed impegnati in università anche prestigiose, con i quali definì appuntamenti di discussione e occasioni di confronto tra docenti della scuola allievi ed esponenti del mondo culturale in merito a libri che gli studenti potevano leggere.
Un appuntamento un po' particolare è stato quello biennale sul tema della storia del '900; si trattava di appuntamenti sistematici volti a rivisitare gli snodi fondamentali della storia del XX secolo, con incontri un po' più specialistici per gli insegnanti nel pomeriggio.
I personaggi sono stati tanti, da Giovanni De Luna a Piero Bevilacqua, Salvatore Lupo etc..che hanno riproposto ai ragazzi gli stessi temi del pomeriggio in una versione più ariosa, più flessibile, aperta al loro linguaggio; la cosa ha funzionato tanto che alla fine c'è stata una richiesta molto condivisa di dare corso ad una pubblicazione che raccogliesse gli esiti del lavoro biennale. Detto fatto. Il lavoro, "Il '900 a scuola", è stato pubblicato con Donzelli editore che reca la traccia di quella riflessione: è un caso unico di un saggio di storia frutto di un lavoro scolastico che ha venduto 3000 copie. Ad un certo punto, Vitale decise di trasformare un evento rapsodico in un qualcosa di stabile e strutturato. La scuola aveva già sperimentato il valore rigenerante dell'incontro con l'autore: se leggi un libro è importante perché raccogli idee, rifletti, la fantasia si mette in movimento, se poi lo leggi e vedi l'autore in carne ed ossa senti la viva voce nella gestualità con la quale accompagna le idee che presenta, l'entusiasmo cresce. Nel 2003 abbiamo fatto una sperimentazione semplice cercando di mettere insieme autori specialisti in diversi campi disciplinari: filosofi, storici, romanzieri, critici letterari, ma il disegno era ancora indefinito. Quando abbiamo chiesto ad intellettuali molto noti e presenti sui media, es. Galimberti, ci è stato chiesto dov'era Catanzaro ed io ho risposto che non fosse in Africa, poiché c'era un volo diretto da Milano a Lamezia Terme che gli avrebbe permesso di rientrare lo stesso giorno; era la decima telefonata, lo sforzo di persuasione è stato lungo, ho molto insistito. Così facendo arrivò a mezzogiorno e ripartì alle 19 e 40, si ritrovò davanti 300 studenti in un salone gremito, avendo anche ospitato anche una delegazione di Reggio Calabria del liceo scientifico "L. Da Vinci". La platea, che era curiosa di sentire l'autore, aveva letto qualche libro e quindi investì lo scrittore da un'alluvione di domande, tanto che mi chiese di poter prendere un altro aereo l'indomani mattina, ma gli risposi che le agenzie erano chiuse, cosicché partì in serata. Gli intellettuali di alto rango vennero in una piccola città come Catanzaro, convinti di trovare passività, ovvero un ambiente estraneo alla cultura, scarsamente attrezzato, forse poca motivazione. In realtà, trovarono un laboratorio di lettura e praticato la lettura dei testi con una tale intensità che i ragazzi ponevano domande non solo intelligenti, ma ricche, articolate che entravano nel cuore dei libri ed interessarono tutti gli autori che ospitammo quell'anno: Paolo Viola, Boncinelli, Giulio Ferroni, critico letterario di grande fama. Galimberti, il giorno dopo mi chiamò per dirmi che su Repubblica avrebbero pubblicato una pagina di straordinaria intensità da lui inviata a Mauri, in cui veniva colto lo spirito del progetto, lo sforzo di costruire la Calabria di lettori a cominciare dalla scuola, di concepire una fiera del libro a valenza multimediale, interagendo con il linguaggio del teatro, della musica. Da qui Vitale si convinse, per reazioni diffuse degli autori e degli scrittori di prestigio che parteciparono quell'anno, che bisognava prolungare lo sforzo, facendo di questo progetto, non un accidente, ma qualcosa di strutturale che entrasse organicamente nella vita dell'istituto e, possibilmente, integrando all'interno di questo circuito che ci accingevamo a costruire il lavoro di altre scuole. L'anno successivo, in collegio docenti, la proposta fu di mettere al centro un tema che, nel 2004, fu l'occidente; io sentivo un gran bisogno di contrastare il pregiudizio razzista e la richiusura nazionalista e municipalista che si avvertiva forte in Italia anche per tendenze ideologiche di formazioni che stavano sulla scena con un piglio molto duro, era Oriana Fallaci che predicava la guerra santa contro l'islam, la cultura leghista, la separazione. Come preside di un Istituto, il ruolo di Vitale era di mantenere l'equilibrio: guai a confondere il lavoro di educazione civica con quello immediatamente politico, questo creerebbe in una scuola contraddizioni fortissime e condannerebbe chiunque si muova con un'intenzione di questo genere ad un assoluto insuccesso. L'intento era conquistare idee di fondo, che razze e culture si devono confrontare; quindi, il tema scelto faceva riferimento a queste grandi intenzioni. Il tema al centro della fiera, alla fine diventò, un tema per tutte le discipline: storia, matematica, .... Il tema diventò il perno che sorresse tutto il progetto visto che l'istituto aveva un suo Piano di offerta formativa, sia di quelle curriculari che extra. Quell'anno fu Medea a venire dal profondo oriente, dal Caucaso dall'Asia lontana ed a confrontarsi con la Grecia, con altri costumi, altre mentalità.
Barbara non accetta di venire allontanata da Giasone che sta per convolare a nozze con la figlia di un re greco, piuttosto uccide i figli e consuma una vendetta tremenda e barbarica. Abbiamo scelto un grande dramma che potesse illustrare il tema del confronto tra occidente ed oriente e della difficoltà di comunicazione fra mondi, non solo nel presente, ma nel classico ed il preclassico.

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