Conciliare lavoro e famiglia
04.02.15,
Le politiche di conciliazione tra vita familiare e lavorativa, studiate per supportare le donne soprattutto, nella gestione di famiglia e lavoro, possono diventare, altresì, un elemento chiave per l'occupazione sostenibile e per la ripresa indotta del reddito, riducendo il rischio di povertà, esse coinvolgono l'intera società, attraverso una ridistribuzione dell'impegno all'interno della famiglia infatti, si influisce positivamente sulla sfera privata e pubblica, sulle organizzazioni, sul lavoro e sui tempi delle città.
Per questo motivo è importante condividere le buone pratiche di politiche per la conciliazione come fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali, come punto di riferimento centrale per le politiche di pari opportunità. In Calabria a Lamezia Terme, sono stati presentati di recente, i risultati di progetti e bandi di successo incentrati sul tema della conciliazione, e si è riflettuto sui risultati e sugli impatti degli interventi avviati sul territorio, sin dal 2008. Nel 2008 per la prima volta sono state inserite politiche di conciliazione nella programmazione operativa: L'avviso pubblico regionale prevedeva come uniche beneficiarie le donne suddivise in due tipologie:
- Occupate
- Disoccupate/inoccupate
con particolari esigenze di frequentare un corso di formazione finalizzato all’occupazione, Il voucher aveva un valore di €600,00 mensili a fronte di spese di assistenza per minori di anni13,anziani non autosufficienti e soggetti diversamente abili.
La spesa poteva essere scomposta per l’utilizzo di servizi diversi(babysitter, ludoteca, oppure badante e struttura riabilitativa) Il bando risultò di notevole efficacia, infatti il 37,91% delle beneficiarie disoccupate è riuscito a finalizzare positivamente un colloquio di lavoro e 101 persone su 211 hanno trovato lavoro, grazie al supporto dei voucher, inoltre il 91,39% ha dichiarato di aver lavorato con maggiore serenità. Nel 2012 in Calabria, sono stati sperimentati i Voucher di conciliazione alla persona, realizzati nell’ambito del Piano Emergenza Famiglia da Calabria Etica, i voucher con valore di € 250,00 mensili venivano rimborsati a fronte di spese effettivamente sostenute per l’acquisto di servizi di cura ed assistenza per minori da 0 a 3 anni, ovvero minori di 18 anni con disabilità accertata superiore al 66%.
In questo caso molte sono state le domande non ammesse 325 e poche le pervenute 632, probabilmente per scarsa informazione e problematiche legate al lavoro sommerso, tuttavia l’iniziativa rappresenterà sicuramente uno spunto per nuovi interventi. Uno strumento a disposizione delle famiglie oggi è il voucher promosso dall’INPS denominato bonus baby sitter già proposto in via sperimentale dalla Riforma del Lavoro Fornero ex Legge 92/2012, che diversamente da quello odierno, prevedeva vincoli troppo stretti perché l’agevolazione potesse realmente essere fruita dalle lavoratrici madri.
Il contributo è stato innalzato da 300 euro a 600 euro, ed è stato esteso anche alle lavoratrici autonome, inoltre è stato semplificato l’accesso all’agevolazione. La norma prevede che, per il triennio 2013-2015 le madri (anche adottive o affidatarie) lavoratrici dipendenti o iscritte alla gestione separata, al termine del congedo di maternità e in alternativa al congedo parentale, abbiano diritto ad un contributo per i servizi di baby Sitting o per asili d’infanzia pubblici o privati accreditati. L’aiuto consiste in un contributo sotto forma di voucher pari 600 euro netti al mese per 6 mesi (per le autonome per tre mesi), inoltre allo scopo di semplificare le modalità di richiesta dei benefici ,è stato previsto che la domanda possa essere presentata in qualsiasi momento dell’anno e non più in un circoscritto lasso di tempo.
http://www.inps.it/